La vita sott’acqua

05/04/2023 0 Di Cartaria Italiana
La vita sott’acqua

Sì, anche la vita sott’acqua fa parte dell’Agenda 2030 e ha un suo obiettivo dedicato. È l’Obiettivo 14: Conservazione e uso sostenibile delle risorse marine per uno sviluppo sostenibile.

Il tentativo rappresentato da questo obiettivo è quello di proteggere e preservare gli ecosistemi marini e costieri, promuovendo un uso sostenibile delle risorse marine e contribuendo al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile a livello globale.

Perché dovremmo interessarci anche alla vita sottomarina?

Per tanti motivi. La vita sottomarina è fondamentale per il benessere del nostro pianeta e il sostentamento di miliardi di persone. Gli oceani forniscono risorse naturali, come cibo e materie prime, e contribuiscono alla regolazione del clima, assorbendo grandi quantità di anidride carbonica e producendo ossigeno.

Solo che l’inquinamento, la pesca eccessiva, l’acidificazione degli oceani e la distruzione degli habitat marini hanno messo a repentaglio gli ecosistemi marini e la biodiversità.

Agenda 2030: quali sono le mete specifiche dell’obiettivo 14?

  1. Riduzione dell’inquinamento marino: limitare e ridurre significativamente l’inquinamento di ogni tipo, in particolare quello causato da attività terrestri, incluso il materiale plastico e i nutrienti in eccesso.
  2. Gestione e protezione degli ecosistemi: implementare strategie di gestione sostenibile e proteggere gli ecosistemi marini e costieri, al fine di prevenire impatti negativi e migliorare la loro resilienza.
  3. Regolamentazione della pesca: regolamentare e ridurre al minimo le pratiche di pesca insostenibili, illegali, non dichiarate e non regolamentate, ripristinare le popolazioni ittiche entro livelli sostenibili.
  4. Conservazione delle aree marine: incrementare la protezione e la conservazione delle aree marine, in linea con il diritto internazionale, con l’obiettivo di tutelare almeno il 10% delle aree costiere e marine entro il 2020.
  5. Risorse marine e ricerca scientifica: promuovere l’uso sostenibile delle risorse marine attraverso la ricerca scientifica, il miglioramento della conoscenza degli oceani e il potenziamento delle capacità tecnologiche e infrastrutturali dei paesi in via di sviluppo.
  6. Miglioramento della cooperazione internazionale: favorire la cooperazione internazionale per la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani e delle loro risorse, in conformità con il diritto internazionale.

Ridurre l’inquinamento marino: si può?

Il paragrafo 14.1 dell’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030 si concentra sulla riduzione dell’inquinamento marino, con particolare attenzione all’inquinamento causato dalle attività terrestri, cioè le nostre. L’inquinamento marino ha gravi ripercussioni sulla salute degli oceani, sulla biodiversità e sulla qualità dell’acqua, mettendo a rischio non solo la vita marina ma anche la sicurezza alimentare per miliardi di persone.

Le principali fonti di inquinamento marino includono scarichi industriali, agricoli e urbani, rifiuti solidi come plastica e altri materiali, e contaminazione da sostanze chimiche pericolose.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale l’adozione di politiche e pratiche sostenibili a livello locale, nazionale e globale.

Ridurre l’inquinamento marino: si può?

Una delle cose più frustranti per le persone è che quando ci si imbatte in questi temi si prova enorme frustrazione. Cosa posso farci, io? Eppure Aziende e privati possono contribuire al raggiungimento di questo obiettivo in vari modi:

  1. Riduzione dell’uso di plastica monouso: aziende e individui possono ridurre l’uso di plastica monouso, scegliendo invece materiali biodegradabili o riutilizzabili, e riciclando correttamente i rifiuti di plastica per ridurre l’accumulo di detriti marini
  2. Gestione responsabile dei rifiuti: le aziende devono garantire una gestione adeguata dei rifiuti, attraverso il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento sicuro dei materiali, per prevenire il rilascio di inquinanti nell’ambiente marino
  3. Riduzione degli scarichi industriali e agricoli: le aziende devono adottare tecnologie e pratiche più sostenibili per ridurre gli scarichi inquinanti nelle acque e promuovere l’uso di sostanze chimiche più sicure e a basso impatto ambientale.
  4. Educazione e sensibilizzazione: le persone possono promuovere la consapevolezza dell’inquinamento marino e delle sue conseguenze, incoraggiando la propria comunità, gli amici e la famiglia a intraprendere azioni per ridurre l’impatto delle attività terrestri sull’ambiente marino.
  5. Partecipazione a iniziative di pulizia delle spiagge: aziende e privati possono organizzare o partecipare a eventi di pulizia delle spiagge per rimuovere rifiuti e detriti dall’ambiente costiero e marino, contribuendo così alla riduzione dell’inquinamento marino.
  6. Sostegno a politiche e regolamentazioni ambientali: Le aziende e gli individui possono sostenere politiche e regolamentazioni volte a ridurre l’inquinamento marino, come la limitazione dell’uso di microplastiche nei prodotti cosmetici e per la cura del corpo, e promuovere la responsabilità ambientale nel settore industriale.

Se ti interessano questi argomenti, puoi continuare a seguire il nostro speciale Agenda2030, fatto in collaborazione con gli amici di Slow News.