Fame zero

27/04/2023 0 Di Cartaria Italiana
Fame zero

L’Agenda 2030, il piano d’azione globale adottato dalle Nazioni Unite nel 2015 con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile in tutto il mondo entro il 2030 ha degli obiettivi molto ambiziosi. L’obiettivo numero 2 riguarda la lotta contro la fame, il raggiungimento della sicurezza alimentare, il miglioramento della nutrizione e la promozione dell’agricoltura sostenibile.

Nel nostro speciale, che realizziamo in collaborazione con Slow News, proviamo a capire meglio questo obiettivo. E, soprattutto, a capire come possiamo fare a contribuire, ciascuno secondo le proprie possibilità.

Indice

Cosa vuol dire “fame zero”?

Sconfiggere la fame significa porre fine alla malnutrizione, garantendo che tutte le persone abbiano accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le loro esigenze dietetiche e preferenze alimentare, garantendo che nessuno sia costretto a vivere in condizioni di povertà alimentare.

Sicurezza alimentare: cos’è?

La sicurezza alimentare si verifica quando tutte le persone hanno accesso fisico, sociale ed economico a cibo sufficiente, sicuro e nutriente in ogni momento, per condurre una vita sana e attiva. Questo significa che il concetto di sicurezza alimentare coinvolge diversi aspetti,

  • la disponibilità di cibo (produzione, distribuzione e scorte)
  • l’accesso al cibo (meccanismi di acquisto, rete di distribuzione e infrastrutture)
  • l’utilizzo del cibo (conoscenze e abitudini alimentari)
  • la stabilità dei sistemi alimentari nel tempo.

Cosa si intende per agricoltura sostenibile?

Agricoltura sostenibile significa adottare metodi e pratiche agricole che mantengono la produttività, proteggono la qualità dell’ambiente, riducono lo sfruttamento del territorio e delle risorse naturali e promuovono la biodiversità. Può includere pratiche come la rotazione delle colture, l’uso responsabile di acqua e fertilizzanti, l’agro-ecologia e la promozione di specie e varietà locali. Adottare o promuovere buone pratiche di agricoltura sostenibile significa contribuire a garantire la sicurezza alimentare e la nutrizione per le generazioni attuali e future, minimizzando l’impatto negativo sull’ambiente e sulle risorse naturali.

Infine, cosa vuol dire migliorare la nutrizione?

Migliorare la nutrizione significa garantire che le persone abbiano una dieta equilibrata e nutriente, che fornisca tutti i nutrienti essenziali necessari per la crescita, per lo sviluppo, per una salute ottimali. Ciò implica promuovere l’accesso a cibo di alta qualità, ma anche educare le persone su una corretta alimentazione, combattere la malnutrizione in tutte le sue forme (sia la denutrizione che l’obesità) e ridurre le disparità nella qualità dell’alimentazione tra diverse popolazioni e gruppi socio-economici.

Un approccio olistico

Agire e promuovere azioni che abbiano a che fare con la lotta alla fame, la sicurezza alimentare, la nutrizione, l’agricoltura sostenibile richiede un approccio olistico, una visione d’insieme che non è facile avere. Ma anche aziende e singole persone possono fae la loro parte.

Come possono contribuire le aziende

  1. Sostenibilità nella catena di approvvigionamento: le aziende possono ridurre lo spreco di risorse e garantire la sostenibilità nella catena di approvvigionamento adottando pratiche agricole sostenibili e responsabili, come la rotazione delle colture, l’uso responsabile di acqua e fertilizzanti e la promozione della biodiversità.
  2. Riduzione degli sprechi alimentari: le aziende possono contribuire a ridurre gli sprechi alimentari attraverso una migliore gestione delle scorte, il riutilizzo e il riciclaggio di materiali, e la promozione di prodotti a lunga conservazione o a ridotto impatto ambientale.
  3. Promozione o consumo di prodotti locali e di stagione: le aziende possono sostenere l’agricoltura locale e di stagione, promuovendo o consumando prodotti provenienti da filiere corte e incentivando i consumatori a scegliere alimenti prodotti in modo sostenibile.
  4. Collaborazione con organizzazioni non governative e istituzioni: le aziende, infine, possono collaborare con ONG e istituzioni per sostenere programmi di assistenza alimentare e di educazione alla nutrizione nelle comunità locali e globali.

Come possono contribuire le persone, singolarmente?

Di solito si pensa che una persona da sola non possa fare niente per obiettivi così grandi, ma a partire dalle nostre scelte di consumo possiamo davvero fare la differenza, insieme. Le buone pratiche da adottare sono:

  1. Consumo responsabile: un modo per contribuire è quello di scegliere prodotti locali, di stagione e provenienti da sistemi di produzione sostenibili, riducendo così l’impatto ambientale della propria dieta.
  2. Riduzione degli sprechi alimentari: si possono poi adottare buone pratiche per ridurre gli sprechi in casa, come pianificare i pasti, conservare correttamente gli alimenti e riutilizzare gli avanzi. Lo puoi fare anche al ristorante o in generale quando mangi fuori: ormai tutti ti fanno la doggy bag (cioè: ti consentono di portare a casa quel che magari hai avanzato)
  3. Educazione e sensibilizzazione: i privati possono educare sé stessi e i propri familiari riguardo alla nutrizione, alla sicurezza alimentare e alle pratiche agricole sostenibili. Inoltre, possono diffondere queste informazioni tra amici, colleghi e comunità, contribuendo a creare una maggiore consapevolezza sull’importanza di non sprecare il cibo e di privilegiare prodotti locali e di stagione , scegliendo accuratamente i propri fornitori
  4. Sostegno a progetti e iniziative locali: chi ha un po’ di tempo da investire può fare volontariato presso un banco alimentare, partecipare a un orto comunitario – che è una bellisima esperienza, da condividere anche con i bambini; chi ha disponibilità economica può fare una donazione a organizzazioni che lavorano in questo campo.
  5. Impegno politico e sociale: possiamo partecipare a iniziative di advocacy per promuovere politiche pubbliche e riforme legislative che sostengano la realizzazione dell’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030. Inoltre, ci si può unire a gruppi di interesse o associazioni che si occupano di questi temi.

Pgnuno di noi ha un ruolo da svolgere: lavorando insieme possiamo costruire un mondo più equo e sostenibile per tutti. Attraverso la collaborazione e l’adozione di buone pratiche, possiamo passare dalla teoria alla pratica e contribuire in modo significativo al raggiungimento di questo e altri obiettivi dell’Agenda 2030.


Scopri tutto lo speciale Agenda2030 di Cartaria Italiana in collaborazione con Slow News

Foto di Jacopo Maia su Unsplash